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 Maghi e santoni

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paolop

Modificato da - paolop il 27/11/2006 22:38:47

Francesco
quote:
Scusate l'argomento un po particolare...


Affatto!
Caro Paolo l'argomento è molto interessante (almeno per me).
Da sempre sono affascinato da spiriti e spiretelli che a me personalmente ( come del resto anche a te ...sembra di aver capito)fanno ridere!
Proprio non capisco la gente che si rivolge a maghi quaritori o santoni che dir si voglia.
Questo per me è e rimarra un mistero...infatti: penso che basti un po' di istruzione scolastica o audodidatta per capire che per scavare un pozzo e trovare l'acqua non c'e' bisogno di chiamare "lu mavaro cu la furcinella"...piuttosto l'amico geologo G. D'Arrisso.
La nostra irpinia è piena di spiritelli del tipo "janare" "lupi pumpinari" "scazzamarielli" e via dicendo...
Spero che qualcun'altro voglia intervenire...
Ti saluto con affetto .
Francesco


avvbell Messo a parte il discorso maghi e "mavari" che logicamente si pongono su un piano meramente coreografico (quando non prosciugano le tasche dei malcapitati avventori!) io credo che l'argomento "aldilà" meriti riflessione. Sono profondamente convinto della esistenza di qualcosa in una dimensione diversa dalla nostra e i racconti di persone degne della massima fiducia mi confortano in questo. Se poi aggiungiamo qualche esperienza diretta e personale il quadro è completo... Mi riprometto di approfondire il discorso che è molto interessante. Intanto mi faccio un sorriso pensando al mio amico Paoletto Parrella con tanto di naso per aria ad osservare il mago di Arcella nelle sue elugubrazioni... Un abbraccio.

Giuseppe Bellaroba.

felix IL RACCONTO DI PAOLO CERTO è MOLTO ITERESSANTE E MOLTO VASTO DA DISCUTERE,IO PERSONALMENTE NON CREDO PROPRIO A NIENTEA RIGUARDO DI MAGHI E SANTONI ANCHE SE NELLA VITA HO AVUTO MOLTE OCCASIONI PER CREDERE A QUALCOSA.VI RACCONTO DI UN FATTO CHE MI è SUCCESSO IN INGHILTERRA NEI PRIMI ANNI SESSANTA.ALLORA ERO GIOVANISSIMO EMIGRATO,LAVORO DURISSIMO FONDERIA E MINIERA ERA UN PERIODO CHE LAVORAVO DI NOTTE 12 ORE AL GIORNO COMPRESO SABATO E DOMENICA.UNA MATTINA ERO A LETTO SVEGLIO STAVO PER ALZARMI QUANDO AL MIO FIANCO HO VISTO IL LENZUOLO CHE SI ALZAVA LENTAMENTE E AD UN TRATTO MI è APPARSO UN RAGAZZINO ADULTO CHE MI RIDEVA,POI SALTELLANDO PER LA STANZA è SCOMPARSO.IN PRIMO MOMENTO SONO RIMASTO UN PO SCIOCCATO DALL'EVENTO POI HO GRIDATO PER LA PAURA.LA PADRONA DI CASA UNA DONNA UCRAINA ( VASILIA )è ACCORSA ALLE MIE GRIDA E LE HO RACCONTATO TUTTO MA LEI NON HA CREDUTO MI HA RISPOSTO DICENDO CHE AVEVO FATTO UN BRUTTO SOGNO.INVECE NO L'HO PROPRIO VISTO QUEL FOLLETTO ANCORA OGGI QUANDO RICORDO QUEL FATTO MI SI ARRICCIA LA PELLE . GIUDICATE VOI. SALUTI A TUTTI.

amsorr Maghi e fattucchiere, ma il mio agnosticismo mi fa associare ad essi anche certe pratiche religiose veramente strane che attirano le stesse persone che vanno dai maghi.
In proposito racconto una mia esperienza vissuta durante un mio rapido ritorno al paese. Si tratta di Fra Pio "non so di dove" che dice la Messa spesso in ginocchio, prolunga i rosari sino allo spasimo perché sta aspettando che veggenti di Medju Gorie mandino messaggi della Madonna, e altre cose così.
Ho assistito una sola volta ai suoi riti in quel di Melito. C'era tanta gente che non protestava minimamente per le lungaggini del frate (a un certo punto si mise a pregare persino in ebraico, a creder lui, e in greco antico anche ). La congregazione era costituita più che altro da persone semplici, a quel che capivo, gente che sperava in miracoli per ottenere la guarigione da malattie, proprie o di familiari cari. Nessuno sembrava avere dubbi sul modo di fare del frate che aveva intorno una piccola corte di fedeli molto organizzati (usavano cellulari satellitari e computer per collegarsi con i veggenti della madonna jugoslava)i quali,a giudicare dal vestire, appartenevano alla buona borghesia di Melito e anche di Benevento poco lontana da lì.
Io fui, credo, il primo a manifestare qualche insofferenza, che tuttavia esternai soltanto uscendo sotto gli sguardi meravigliati degli altri a prendere aria sul sagrato del bellissiomo piccolo santuario che si trova tra il verde alle pendici del paese. Vi si vedeva la Dormiente del Sannio al tramonto. Ricordo questa esperienza con un misto di sentimenti. Certo che l'impatto della religiosità di quella gente(non so se dire la mia gente) mi sprofondò in una grande tristezza appena appena venata di malinconia. C'è in pratiche simili una spiegazione di molte nostre arretratezze paesane? O esse preservano anche da certe cose che non vanno nel mondo smaliziato di oggi?
Ciao a tutti,
Mario Sorrentino
P.S. Il giorno dopo chiesi spiegazioni sul frate in paese. I pareri si dividevano: alcuni lo credevano un megalomane, altri un santo. Ne avete sentito parlare anche voi?

Modificato da - amsorr il 23/10/2006 17:54:42

MC “…Questa diffusa mentalità porta a concludere che a Montecalvo si avesse un popolo di fedeli generalmente sacramentalizzato (tutti erano battezzati, comunicati, confessati, cresimati, sposati) ma assolutamente non evangelizzato. La pratica della catechesi per gli adulti non era molto diffusa e spesso si riduceva alla raccomandazione di non toccarsi e di non toccare il culo alle donne; la formazione religiosa si limitava alle poche nozioni imparate a memoria alla “dottrina” e a quelle approssimativamente tramandate dai genitori e dai nonni.
Questa superficiale conoscenza del messaggio evangelico o, peggio, la sua esegesi artatamente adattata, faceva da humus per il proliferare, soprattutto tra il popolino - ma non è detto che ne fosse completamente immune la classe dirigente - di pratiche sincretiche tendenti a conciliare elementi religiosi a culture e dottrine diverse, i cui strascichi sono ancora riscontrabili nel comportamento religioso di anziani fedeli montecalvesi. Così, ad esempio, San Francesco e la SS Trinità comparivano nella formula apotropaica per togliere il malocchio: “fui, fui uocchi tristi ca ti socchita san Franciscu. San Franciscu av’arrivatu e quist’uocchi so salvati. ‘Nnomine Patri, Figliu e Spirituss’antu quisti uocchi nun passinu chiu’nnanti”; San Sebastiano era ritenuta una divinità permalosa e vendicativa, capace finanche di far guastare le conserve o gli insaccati se fatti nel giorno della settimana in cui quell’anno cadeva la sua memoria; a Sant’Antonio si prometteva la donazione dell’orecchio del maiale se l’avesse assistito e fatto ingrassare a dovere; al suono a festa delle campane il giorno di Pasqua si scuotevano gli alberi d’ulivo recitando la formula propiziatoria: “li campani a scapulà, l’aulive a caricà” per invocarne un abbondante raccolto. Oppure si recitava tale formula, opportunamente adattata, per implorare l’inizio della deambulazione dei bambini “li campani a scapulà, ninnu miu a camminà” .
Il “mavaro” nelle sue pratiche per “incantare” le malattie o per togliere le “fatture” teneva nelle proprie mani il Crocifisso e lo faceva tenere anche a chi a lui ricorreva. Tanto bastava a legittimare la pratica magica ed a riconoscerla pratica buona, rispettosa di Dio: quindi volta al bene…”
Mario CORCETTO: “Giù il sipario!” irpino.it , agosto 2006.

Cordialmente, Mario CORCETTO.


joe ciao a tutti.....riguardo a questo argomento vorrei dire la mia,non sui santoni o maghi ma su quella magia che ci circonda o su quegli angeli che seguono la nostra vita con sguardo protettivo.
Nella mia vita ho avuto una persona a me molto cara,la mia nonna.....una donna con uno sguardo dolcissimo,con delle mani talmente morbide che anche se erano piene di rughe si sentiva la morbidezza della sua pelle,che sembrava quella di una bambina.....la capacita' di donarti amore senza chiedere nulla in cambio,le bastava sapere che stavamo bene e il sorriso era sempre sul suo viso. Otto anni fa si è spenta,lasciando in me un dolore molto forte.....la cosa strana è che dal giorno della sua morte la sogno spesso,mi parla di fatti recenti,sembra quasi che voglia darmi consigli.
Quando aspettavo Giorgia ho avuto seri problemi,sono stata ricoverata la bellezza di quattro mesi in ospedale,senza poter mai uscire,spesso mi capitava di sentire un'odore particolare,un'odore che tutti sicuramente conoscete quello di borotalco felce azzurra(mia nonna lo metteva tutti i giorni)...pensavo che era normale sentirlo in quel posto,perchè essendoci parecchi anziani poteva essere facilmente utilizzato....pero' la cosa che mi faceva sorridere,stare bene che mi dava la sensazione di avere lei vicino era che questo profumo lo sentivo in momenti un po' particolari,difficili tipo un'esame da affrontare oppure quando la malinconia mi assalliva pensando alla mia famiglia,al mio bambino,oppure quando aspettavo l'esito di un'esame con la speranza di poter uscire al piu' presto..........pero' la cosa è finita li.
Finalmente sono uscita,un giorno(non me lo potro' mai dimenticare)ero appoggiata davanti al lavadino,i miei pensieri andavano a mille allora,ero preoccupata per tante cose,il parto,la famiglia etc etc a un certo punto ho cominciato a sorridere e a piangere contemporanemente.......quel profumo lo sentivo ancora,era intenso ......ero consapevole del fatto che noi in casa di felce azzurra non ne usiamo ...........non so se l'immaginazione puo' creare queste cose ma a me è sembrato di sentire le sue mani morbide che mi asciugavano le lacrime,voglio credere che gli angeli custodi esistono,che la mia nonna è qui accanto a me e mi guarda,mi accarezza,soffre e ride con me.Forse vi ho annoiato con questa storia ma stasera avevo voglia di raccontarvela....un saluto e un augurio di una felice e serena notte a tutti.Antonella

1953 iali.
saluti,

1953

Modificato da - 1953 il 16/11/2006 16:43:52

Admin x1953:Visto la tua volontà evidente nel voler cancellare il post duplicato...l'ho fatto io - Saluti Francesco

1953 Grazie,
e scusami ancora.
saluti,

1953

joe io credo che sia proprio questo il problema di noi esseri umani..............la picccola pretesa di conoscere tutto.Dovremmo invece pensare che puo' esistere un qualcosa piu' grande di noi,che ci puo' essere qualcosa di non materiale,che non abbiamo la possibilita' di toccare con mano.
Io penso e sono convinta del fatto che non sia il nostro inconscio a crearci queste sensazioni,forse lo si crede per un fatto di paura ad affrontare un qualcosa che non conosciamo.
E' fantastico il pensare che la nostra vita non sia fatta solo di cose o vicende materiali,ma che ci sia un contorno di surreale.....magari fatta da angeli che ci stanno accanto.Salutoni a tutti Antonella

joe A meno he qualcuno non si senta imbarazzato dal fatto che ci siano persone che ci osservano.......brrrrrrr

paolop Io credo che la vera paura degli esseri umani è temere che dopo la morte c'è il nulla e che siamo dei poveri esseri che vivono 80 anni (quando va bene) e che scompaiono.
Il nulla fa molta più paura di paradiso,inferno o purgatorio...
Questa paura o meglio angoscia ha fatto si che l'uomo si "inventasse" di tutto sopra di lui, come difesa dall'idea del nulla.
Comunque questo è il vero mistero della vita che solo la fede può colmare.
(Per chi ce l'ha).
Io personalmente a questo punto della mia vita sono sicuro di NON sapere nulla.

Angeli,diavoli,folletti,trolls,dei e compagnia bella lasciamoli alle fiabe e ai film.


Francesco Ciao a tutti, condivido in pieno il messaggio di Paolo...sono daccordissimo.
Infatti, Albert Einsten diceva: Non so se esiste davvero Dio, però sento il bisogno di crederci.
XAnto: bel racconto, le persone che ci lasciano sembra che in qualche modo continuano a starci vicino...è solo suggestione?
Saluti - Francesco

joe Ma perchè dobbiamo lasciarli alle fiabe?
A me piace dire a mio figlio che esiste un'altro mondo dopo la morte,che nessuno ci lascia definitivamente,sapete i bimbi sono la conferma che se c'è un'altra vita cio' non ci deve spaventare perchè bisogna viverla nel modo piu' bello e piu'tranquilo come loro ci dimostrano......la serenita' con cui se ne parla ci da dimostrazione che cio' non ci deve spaventare,io sinceramente sono felice del fatto che accanto a me ci sia una persona che mi guarda,che mi aiuta e che mi fa sentire bene.Che sia mia nonna?lo spero di cuore un saluto a tutti.......Antonella

amsorr Per attualizzare: credete che anche noi irpini, o, in generale tutti qulli che credono di ragionare con il buon senso, debbano seguire la moda americana in fatto di "cocozze" illuminate per la Festa dei Santi e altre stupidaggini commercializzate soprattutto per mezzo della tv?
Se interrogate qualche novantenne paesano forse vi racconterà della cena soltanto tra maschi nella notte tra il giorno dei Morti e quello dei Santi. E credo che si usassero le cocozze con il cero dentro anche da noi...Sia le cene montecalvesi che le "cocozze" sono sopravvivenze del paganesimo pre-cristiano. Le cocozze penso che le abbiano inventate in Irlanda, distinguendo tra spiritelli buoni e cattivi.
Alla base di tutto, l'immensità dell'universo e la paura di essere soli. Che ciò faccia paura o meno bisognerà per forza sintonizzarsi sulle dimensioni reali dell'universo. Certo, c'è la consolazione delle religioni che ci rassicurano che da qualche parte qualcuno si preoccupa per noi, c'è la vivida e bella impressione della nonna della nostra amica che l'ha soccorsa in un momento di bisogno, ma fare i conti con la realtà vera è molto duro.


amsorr Si scrive Halloween e significa Festa di Tutti i Santi. In origine si incidevano le zucche con una faccia sorridente per segnalare in quella notte che erano ammessi in casa soltanto gli spiritelli buoni (specie di Scazzamarielli). Le cene tra maschi di Montecalvo erano sopravvivenze di riti di passaggio alla maturità peri giovani che in quella notte dovevano dismostrare di sopportare abbondanti bevute e magari andare al buio a fare visita ai morti chissà di che specie di cimiteri.
Ciao

MC Io ricordo anche che, a Montecalvo, la mattina dei morti i bambini giravano per le case del quartiere, con un piatto in mano, a chiedere i cosiddetti "cicciuotti". Si trattava di un misto di legumi lessi, sconditi, che venivano regalati ai piccoli dalle massaie che li avevano cotti apposta. La richiesta veniva avanzata in nome dei defunti dicendo: “Cicciuotti, cicciuotti pi l’anima di li muorti…” Era, infatti, in omaggio ai defunti che essi venivano dati, quasi come elemosina a suffragio delle anime purganti.
Poiché il diniego non era accettato di buon grado, qualche buontempone aggiungeva al detto citato: “e si nun mi li buoi dà, tanti figli muorti puozzi fa…”
Cordialmente, Mario CORCETTO


Modificato da - MC il 06/11/2006 21:12:31

amsorr Aggiungo che la cena tra maschi era molto probabilmente una sopravvivenza del rito di iniziazione dei giovani guerrieri sanniti durante il quale ai giovani venivano comunicate da parte degli anziani informazioni segrete sulla vita e sulla morte e i giovani dovevano affrontare dure prove di virilià e coraggio.
Spero che altri vogliano aggiungere altre informazioni alle mie e a quelle dell'amico che riferisce sulle offerte fatte casa per casa dai bambini di una volta.
Ciao, Mario Sorrentino

amsorr Caro Paolo,
in molte culture precristiane, naturalmente di popoli residenti nella semisfera artica, da tempo immemorabile, si celebravano feste per i defunti proprio quando i giorni più corti facevano pensare alla morte, cioè più o meno all'inizio del nostro mese di novembre. Non si era sicuri che il giorno avrebbe ripreso ad allungarsi, nonostante l'esperienza in contrario degli anni precedenti. In quella fase della civilizzazione si pensava che molti fenomeni naturali dipendessero da meriti o colpe dell'uomo, per cui bisognava ogni anno rendersi propizi gli spiriti dell'oltre mondo, tra i quali c'erano anche i morti della famiglia, in quella brutta faccenda della luce che diminuiva sempre di più . La Chiesa, già nei primi secoli della sua crescita come forza socio-politica egemone in Occidente, cristianizzò questi culti appiccicando alla Festa dei morti quella della Festa di Tutti i Santi (cioè dei fedeli andati in Paradiso), che prima mi pare cadesse in luglio. La cristianizzazone però non cancellò le credenze e le celebrazioni precedenti, come del resto non riuscì a fare se non parzialmente con la Festa del Sole Nascente che essa tentò di coprire con il Santo Natale.
A questo proposito, e per ciò che più importa a noi montecalvesi, non so se lo sapete, ma anche nelle credenze paesane sul Lupo mannaro c'entra il Natale: infatti si pensava che fossero destinati a diventare Lupi mannari proprio i nati quella notte. Immaginatevi perciò le paure delle puerpere i cui giorni cadevano intorno a quella scadenza. Io stesso sono nato il 27 dicembre e in casa mi ricordavano sempre la grande paura che c'era in casa quando io stavo per nascere e nonostante il buon senso di mia madre che a quelle cose non credeva minimamente. Prego gli amici residenti in paese di trovare conferme presso i nostri anziani e prima che essi si portino con loro tante informazioni tradizionali che mai nessuno si è preoccupato di raccogliere con qualche buon criterio per iscritto.
Queste informazioni ho desunto in parte da un grande storico delle religioni rumeno d'origine e vissuto in Francia, Mircea Eliade, che io consiglio a tutti gli amici di leggere.
Ciao,
M.Sorrentino

Francesco Il mago di Arcella mi è stato sempre simpatico.
Infatti, dei maghi e compagnia bella, penso questo: o si rimane sedotti (al loro operare) oppure ti scoppia da ridere.
Nelle sue stralunate sedute il mago di Arcella fa ridere ( se ne accorse anche Chiambretti che lo chiamo in uno dei suoi programmi) ; chi invece ne è soggiogato a condizione inconscio vuol dire che ha seri problemi.
Mi sono sempre chiesto dove andò a scovare quella geniale formula magica che fa: "alias silias trilias"...probabilmente lesse da qualche parte il sostantivo "alias" e cominciò a fantasticare su tale nome. - francesco


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