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 Montecalvo Irpino
 Il tempio alla dea Mephitis della Malvizza

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R I V I S U A L I Z Z A     A R G O M E N T O
amsorr Caro Francesco,
scusami se ti propongo di lanciare questo nuovo argomento, ma spero che anche tu ti renda conto dell'opportunità di farlo così come ne sono convinto io.
Ti ringrazio della squisita cortesia avuta accompagnandomi a fare quelle foto. Una in particolare, quella scattata dall'invaso a ridosso delle Bolle da cui si vede chiaramente, quasi fosse un cerchio del tirassegno, la quercia che sta a fianco degli scavi di Aequum Tuticum.
Era una delle prove da me ricercate per dare conferma al mio procedimento di ricerca del tempio sannita alla Mefite basata su basi puramente indiziarie e deduttive ( il metodo che adottano gli investigatori di polizia quando manca il cadavere e il colpevole!) Da pareccchi contatti avuti lì, ho comunque scoperto che altre "prove" esistono localmente, ma è come se non esistessero perché non si costruisce su di esse il resto di niente. Restano mere erudizioni, non se ne fa una comunicazione efficace negli ambienti scientifici, né pubblicazioni divulgative ai residenti per ottenerne la collaborazione.
Io posso immaginare che agli occhi di diverse persone del paese io stesso possa passare per uno strano paesano più o meno erudito in materia che viene ogni tanto un po' lì per mettersi in mostra e a fare il maestro.
Naturalmente non è così. E ti posso garantire che mi è semplicemente capitato di interessarmi di queste nostre importantissime cose mentre me ne stavo in paese per altre ragioni, perché avevo visto passare dei cammelli senza che nessuno ci facesse caso.
A Tressanti c'è sepolto il sito di una colonizzazione romana probabilmente fatta da Cornelio Silla, dopo la distruzione di Aeclanum (nell'82 a. C); alla Malvizza, un centro nevralgico per la civiltà sannita, esisteva quasi sicuramente un tempio alla dea sannita degli Inferi, Mefite ( che analogicamente credo si possa apparentare con Proserpina latina), ma nessuno ha
pensato che bastava spostare quell'infausto invaso per l'irrigazione cento metri più in alto, o più in basso e lasciare libera l'area per i lavori di prospezione e scavo degli archeologi.
Vedi che io volutamente non rilancio la discussione avuta nello studio dell'avv. Bellaroba su che cosa fare per dare idee ai dibattiti su Mtc. Io stesso ho rinunciato a parlare di quest'argomento perché ho capito che forse sarebbe stato inutile. Se avessi detto che altrove (basta andare al Passo di Mirabella) sanno costruire intorno ai siti archeologici prestigiosi delle ricadute economiche e occupazionali, movimenti di associazioni culturali ecc. forse mi sarei esposto alle consuete cautele, remore, riserve mentali, ecc. Perciò ne parlo tramite questo mezzo freddo sperando che qualcuno mi risponda considerando la faccenda a mente anch'essa fredda.
Ora, però, vorrei proseguire in inglese, perché spero di suscitare qualche interesse in università o fondazioni di studi archeologici lontani dal nostro territorio disastrato.
"In the countryside of our hometown, Montecalvo Irpino (Avellino Province), called "La Malvizza", while escavating the soil for a dam, workers have extracted relevant archaeological findings that presumably pertained to an Italic temple erected to the goddess of Hades Mephitis, of the Samnites'pantheon. This side is alongside some vulcanic phenomenons such as those of Cuma and Pozzuoli. The most important artifact found at La Malvizza is a temple antefix showing in relief a woman face, problably that of the goddess Mephitis herself.
Nearby La Malvizza there are other important sites of the Samnites' ancient past: Aequum Tuticum (some one or two miles from the probable temple site)that was one of the federative capitals of the Ancient South-eastern Samnium, and La Starza, an Aeneolithic site studied in the Fifties of last century by D.H. Thrump, an English archaeologist.
If you or your University department or archaeological foundation are interested in receiving more detailed information, you may contact this Forum."

Fine dell'appello agli stranieri salvatori e ciao e grazie a tutti voi del Forum,
Mario


Modificato da - amsorr il 16/11/2004 11:54:48

Modificato da - amsorr il 16/11/2004 11:56:05

Modificato da - amsorr il 16/11/2004 13:49:47

Modificato da - amsorr il 16/11/2004 14:20:10

Francesco Caro Mario, a proposito di quanto sopra, non c’e’ da scusarsi …ci mancherebbe …questo spazio è per far cio’.
Ti metto al corrente che ci sono ulteriori sviluppi legati alla tua ( e di A.C.) pubblicazione attinente alla “Comunità Romana di Tressanti”.
Infatti , il comune di Montecalvo , tramite il dottor A. Stiscia , ha inviato una lettera al comune di Polla (Salerno) allegando la foto della lapide romana trovata sull’abbeveratoio di contrada Pratola.
Nella lettera , oltre ad informare della lapide, si chiedono ragguagli circa i nomi Polla e Rufo.
Perche’ questo? Sembra che , ipotesi del dott. Stiscia, il nome Polla della lapide sia attinente a quel paese. A Polla , il paese, c’e’ un mausoleo dedicato a Caio Rufus o Rufo (altro nome della lapide) e il nome Polla riconduca alla sacerdotessa da cui deriva il nome del paese.
Spero che in questa mia descrizione dei fatti ci si raccapezzi qualche cosa.
In ogni caso, e questo è un fatto rilevante, i suoi studi hanno gli sbocchi auspicati.
Ciao Francesco

alfonso Caro Francesco,
ho letto la tua risposta a Mario e come coautore del libro ti chiedo di andare cauto con delle supposizioni non del tutto esatte. Con questo non voglio dire che il percorso o la ricostruzione ipotizzata dall'amico Antonio Stiscia non sia valida, ma ribadisco come già scritto nel libro sulla "Comunità Romana di Tressanti", l'epigrafe della fontana, è documentata e si riferisce a: Quinto Pompeo Rufo, console eletto per l'88 a.C. insieme a Silla, personaggio storico che ha prima sconfitto e distrutto gli irpini e poi ha insediato nelle nostre zone, vedi Aeclanum etc.etc,la centuria romana. Ergo, Q.P.Rufo proconsole insieme a Silla nell'88 a.c., ha guerreggiato nelle nostre zone e questa è una verità storica quasi incofutabile che poi abbia collegamento con altre storie non ci dispiace affatto. Per onore di chiarezza
Alfonso Caccese

amsorr Caro Francesco,
in aggiunta a quanto detto sopra da Alfonso, preciso che la Polla dell'epigrafe della fontana è il diminutivo di Paulina. Lì è registrata come "Pollae" con la /e/ aggiunta sulla cornice per rimediare a un errore d'ortografia dello scalpellino. Anche allora se ne facevano, e non facilmente rimediabili come con questo programma. "Pollae" in caso genitivo voleva dire che una certa cosa su cui era attaccata o posta al confine l'epigrafe su pietra era stata assegnata ai due presonaggi che sono indicati all'inizio dell'iscrizione (tra cui il Rufo forse stato collega di Lucio Silla o anche un suo discendente omonimo - ma io propendo per il primo caso)per testamento di quella matrona (perciò il genitivo) e successivo arbitrato (anche allora si litigava per le eredità) da questa famosa o meno Paolina. Il luogo dell'attuale giacitura della lapide è altamente sintomatico per l'individuazione del centro abitato di Anzano. E' l'unica epigrafe di Tressanti-San Vito ad avere un contenuto civile e non funerario. Lì c'era la città dei vivi; a San Vito quella dei morti, come tu ben sai. Le necropoli romane si sviluppavano lungo le vie di accesso agli abitati e spesso erano lunghe parecchie miglia.
L'etimologia della città di Polla è un'altra. Ma te la scriverò la prossima volta.
Mario

amsorr Caro Francesco,
come ti avevo promesso ieri,ti mando la mia ipotesi sull'origine del nome di quella cittadina, Polla.
Come tutti gli innamorati, quando agiamo come eruditi locali invaghiti del nome della persona amata, crediamo che esso sia unico al mondo. Facciamo un errore del resto diffusisissimo. Pensa che vi incorse persino il grande Virgilio, il quale sosteneva che il nome della sua città, Mantova, derivasse da "Manto", il nome di una profetessa o maga di quelle parti. Era invece un nome dato dagli etruschi conquistatori della zona in cui si rispecchiva un nome etnico delle popolazioni assoggettate.
Bisogna perciò stare attenti quando ci si invaghisce di una interpretazione.
Polla, oltre ad essere il vezzegiativo del nome romano "Paula", risale come significato a un radicale indoeuropeo che in latino ha dato il verbo "pullo, -as, -are","germogliare della vegetazione", in senso proprio e "zampillare dell'acqua" in senso figurato. Da questo senso figurato ha avuto origine il termine italiano "polla, sorgente" e da quello proprio il termine "pollone, germoglio nato sulle radice di un albero".
Riflettendo sul sistema con cui venivano dati i nomi nel nostro ambiente linguistico troviamo anzitutto che mai, o quasi,i toponimi sono dovuti a nomi di fondatrici, ma sempre a fondatori (eroi più o meno mitici), E più spesso ancora a caratteri dell'orografia, a nomi di fiumi o a luoghi del sacro. Specialmente, per la probabile antichità di questo nome, a "boschi sacri". Per riscontro di significato bisogna pensare alla Fonti del Clitumno (e in questo caso confluirebbe nel significato anche una probabile fontana sacra), a Nemi (da "nemus"), a Fano (da "fanum) e al monte Pollino non lontano da noi con i suoi folti boschi e le sue sorgenti.
Ma che cosa c'entra la nostra Crizia Polla della lapide di Pratola con la cittadina Polla? Perché proprio quella Polla lì, ammesso che una donna abbia dato nome alla cittadina, e non un'altra Polla?
Secondo me è altamente improbabile questa tesi e tutta ancora da dimostrare. Come esempio di ricostruzione fantasiosa per rendere illustri le proprie origini riporto che vicino a noi, a Buonalbergo, hanno trascurato la ricostruzione dal dialetto "prievole", probabilmente in osco "Pergola, poggio roccioso" e persino della forma scritta "albergo" dal gotico "hari-berg", "rifugio dell'esercito" (da cui il termine italiano indebolito "albergo") per inseguire una principessa o che so io longobarda Aliperga. Mah!
Sia chiaro che io non escludo altre interpretazioni. Soltanto volevo mettere in guardia gli innamorati.
Ciao,Mario


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