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 extracomunitari,che fare?è giusto accoglierli?

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1953 saluti,


antonio... "montecalvese"

Modificato da - 1953 il 15/06/2006 14:08:25

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:56:56

joe Ti do pienamente ragione,Paolo,e voglio aggiungere un'altra cosa che probabilmante fara' innervosire parecchia gente......... ci sono lavori che noi italiani non vogliamo piu' fare(vedi le pulizie e la campagna),vi assicuro che in questi due casi,si trovano soprattutto extra comunitari saluti Anto

Ale Anch'io sono d'accordissimo con voi... Per esempio, la mia famiglia è emigrata da Montecalvo ed è venuta a fare lavori che i Svizzeri non volevano e non volgiono fare. Negli anni 60-70 i Svizzeri parlavano male degli stranieri sopratutto di noi italiani (ne venivano tanti) ma ora a distanza di anni la gente si è resa conto che eravamo venuti qui per cercare lavoro e che eravamo gente onesta... certamente tra la gente onesta c'era anche quella meno onesta ma questo si sà. Ed è la stessa cosa che sta succedendo ora e che esisterà sempre.

un salutone a tutti


Cuore montecalvese

lupo Irpino Salve.
Personalmente sono favorevole all'immigrazione, ma a patto che lo stato o chi per esso li metta in condizione di lavorare. Negli anni scorsi anche dei nostri concittadini sono emigrati in svizzera, in germania, nazioni dove però si riusciva a garantire un lavoro ad ogni emigrato. La domanda che mi pongo e pongo a voi del forum, siamo in grado di poter ospitare queste persone? siamo in grado di mettere questi "uomini" nella condizione di poter condurre una vita normale? Siamo mica La Svizzera o la Germania?


Ciao.

giov Gli italiani che erano costretti ad andare via dalla propria terra per motivi economici durante gli anni difficili hanno sempre lavorato duramente non gli è stato regalato niente nella vita! E con i suoi sani principi si è fatto amare da tutto il mondo ovunque andava, a differenza degli extracomunitari che vengono qui per diffondere la mala vita!

In Italia li trattiamo pure troppo bene gli extracomunitari!

1953 saluti,


antonio... "montecalvese"

Modificato da - 1953 il 15/06/2006 14:12:18

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:57:23

giov
Non mi pare che gli italiani abbiano dato il peggio di se all'estero !

Tutte le razze hanno qualcosa da raccontare e dare... il mondo è bello perche è vario, ma qui in italia danno costantemente il peggio!

Modificato da - giov il 14/06/2006 11:43:10

joe é vero,Giov,ci sono persone che vengono nel nostro paese e danno il peggio di se.......ma ti assicuro che non sono loro lo danno,anche noi italiani,nei loro confronti non siamo certo teneri.......vogliamo parlare di quanto vengono sfruttati da noi?facendoli fare magari i lavori piu' degradanti?ci sono pochi italiani che vanno a pulire i "cessi"(scusa la volgarita') oppure che vanno a tirare fuori i sacchi e pulire le pattumiere...............ti assicuro che loro lo fanno e tante persone per questo motivo o per altri motivi li sfruttano.Quanti italiani ce li hanno in casa come badanti a curare i genitori(perchè noi non abbiammo tempo anche se magari non facciamo un cavolo dalla mattina alla sera) in nero?e non vogliamo metterli in regola perchè costa troppo?.............diciamo che anche noi italiani ci mettiano del nostro,in alcuni casi.......ciao Antonella

Vincenzo Buon pomeriggio!!
Penso che gli immigrati quando arrivano in Italia non trovano delle conzioni socio-lavorative eccellenti per il fatto che le ultime statistiche fatte riguardo all'occupazione ci rivelano dei dati che è meglio non leggerli.
Pensate che solo i dissoccupati Italiani(rivelati ultimamente da fonti attendibili) senza contare i precari sono circa
2.000.000.
Immaginate che offerta lavorativa possono trovare quando arrivano nel nostro paese!!!
E' vero che anche in Italia c'è stata l'immigrazione ma i nostri paesani quando sono andati via si sono spostati in posti dove i tassi di disoccupazione erano bassi e potevano sicuramente aspirare ad un lavoro che dava loro una buona etica sociale.
A pensare che i politici che governano in questo momento, sentivo un pò di giorni fa al telegiornale, discutevano il fatto che l'Italia poteva accogliere circa 700.000 immigrati!(se non sbaglio)!!
Morale delle favola: avete visto qualche settimana fà un servizio di Striscia riguardo una zona industriale della Puglia?
Hanno costruito prima un immenso parcheggio per le autovetture con tanto di illuminazione senza fare nemmeno uno stabilimento!!!(il parcheggio è rimasto la senza un' automobile, praticamente vuoto).
Questo criterio viene usato anche per l'immigrazione.....prima vengono accolti....poi cercano di trovare un lavoro soddisfacente (cosa difficile),
e quando poi si trovano di fronte ad una realtà che non coincide con l'immaginazione che si augurano si trovano di fronte ad una marea di problemi difficili da gestire.
Un saluto a tutti!
Ciao Lupo!!!
Vncenzo.

MC Sono contento che finalmente si dibatta di questo argomento. Abbiamo la competenza per trattare la materia da veri esperti: molti hanno fatto esperienze altrove, tutti hanno avuto un parente che le abbia fatte.
Occorre però fare attenzione a formulare le nostre considerazioni sull'argomento tenendo presente che stiamo parlando di uomini e donne costretti ad allontanarsi. Mi permetto di suggerire, per chi ne avesse voglia, la lettura di un mio scritto sull'argomento disponibile sul sito della Campana. Cordialmente, Mario CORCETTO.

sonia Ahimè devo concordare con vincenzo . Quando i nostri compaesani sono emigrati si sono diretti verso paesi che offrivano sicurezza e possibilità di lavoro e ancora oggi quando qualcuno decide di andare a lavorare fuori, va dove già ha individuato qualche possibilità di lavoro e di vita migliore. Quando arrivano in italia extra-comunitari e intra-comunitari sono pronti a tutto perchè è più forte la consapevolezza di scappare dal proprio paese dove si trovano in condizioni disperate, da non pensare nemmeno alla possibilità di scegliere un lavoro più o meno adatto a loro, ma sono disponibili ad accettare qualsiasi cosa pur di mandare un pò di soldi a casa. Le condizioni disperate da cui provengono spesso li incattiviscono e vengono a fare danni da noi.
Credo che non sia esattamente paragonabile l'immigrazione che stiamo subendo con l'emigrazione dei nostri compaesani se non altro perchè i tempi e le intenzioni sono completamente diversi. Non è comunque un argomento che si può esaurire in un "si, sono d'accordo" oppure "no, non sono d'accordo ad accogliere extracomunitari"...l'argomento va molto oltre...

1953
Modificato da - 1953 il 15/06/2006 14:18:23

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:57:57

sonia Infatti ho sottolineato il fatto che per loro (extracomunitari) più che una partenza è una vera e propria fuga perchè si trovano in condizioni disperate.
Però, vedi antonio, secondo me bisogna fare delle differenze tra extracomunitari che arrivano con le "carrette del mare" e extracomunitari che arrivano dall'est (romania, polonia ecc.) le condizioni di vita tra queste zone di provenienza sono diverse e sono diverse anche le culture. Non si tratta solo di pensarla diversamente, è che sono proprio le condizioni di partenza che sono diverse. Il punto però è sempre lo stesso, non abbiamo le possibilità economiche per dare ospitalità e lavoro a TUTTI quelli che arrivano specie quando sono così tanti. Allora se si potessero evitare questi afflussi incontrollati e sconsiderati sarebbe meglio per noi e per loro, almeno non andrebbero incontro ad una morte probabile e ad una delinquenza certa dettata dalla mancanza di lavoro.

Vincenzo Permettetemi una mia osservazione che non ho capito bene di che tipo di "immigrazione" stiamo dibattendo.
Se vi riferite ad un immigrazione legata alla "Fame nel Mondo", penso che sia un argomento un pò complesso che merita oggetto di studio in materia da veri esperti, visto che se ne parla da anni e nemmeno le migliori organizzazioni umanitarie a livello mondiale sono riuscite a risolverlo.
Se invece stiamo parlando delle varie politiche e strategie adottate dall' Italia per l'accoglienza e gestione degli extracomunitari, credo che la nostra Nazione non è in grado di garantire per tutti gli immigrati presenti una buona condizione socio-lavorativa che mira per la giusta etica sociale.
Purtroppo non viviamo in un sistema meritocratico e vi lascio immaginare che cosa gli succede ad un immigrato appena arriva in Italia.
Vi racconto un caso:
Una volta ero nella stazione di Foggia per una partenza, nell'attesa ho conosciuto un senegallese e gli ho chiesto cosa facesse in Italia!!!
Sapete che cosa mi ha risposto?
- sono cinque anni che sono in Italia e lavoro in un campo dove raccolgo pomodori per 12 ore al giorno guadagnando 25 E al giorno.
Continuando:
- riesco a sopravvivere e per di più mando anche soldi a casa ma non è che mi trovo tanto bene in questo Paese (era uno dei pochi lavori nel pieno della legalità e regolarità che aveva trovato).
Durante una breve esperienza in Francia ho avuto modo di conoscere altri immigrati molti africani, altri da varie parti del mondo, dove però al contrario dell'Italia riuscivano a trovare un degno lavoro e tra l' altro la cosa sorprendente che qualcuno frequentava anche l' università (Lauree Dott. di Ricerca e Master).
Quando poi ho scambiato 4 chicchiere con loro anno affermato che in quel Paese si riuscivano ad integrare con molta facilità.
Penso che sia un' argomento molto ampio quello dell' immigrazione legato alle varie politiche sociali che ogni paese adotta.
Vincenzo.


giov

Caro Mario Corcetto,

Ho letto con piacere il tuo articolo interessante.

Personalmente ho molto rispetto per gli italiani all'estero, ne conosco tantissimi in tutto il mondo, America, Australia, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera e ti assicuro che vi sono persone hanno sofferto tantissimo dovendo lasciare alle spalle la propria terra e soprattutto i loro cari per trovare fortuna altrove.

Sono delle persone straordinarie e hanno tutt'ora un grande amore per l'Italia, sono riusciti a trasmettere la propria cultura anche ai loro figli nati li e addirittura anche ai nipotini, ho visto delle foto simpaticissime dei loro nipotini che indossavano (con orgoglio) vestiti della pacchiana!!!
E ' così straordinario vederli integrati nel paese dove si trovano oggi, vedere i loro progressi senza aver mai mai dimenticato le proprie origini.
Con il loro modo di fare hanno saputo conquistare stima e rispetto ovunque.

Anch'io sono convinto che dietro ogni straniero c'è una rappresentanza di una cultura diversa, ma non riesco proprio a capire come mai gli stranieri qui da noi non riescono a fare altrettanto come hanno fatto i nostri italiani all'estero.
Non vorrei sembrare troppo nazionalista, ma sarà perche non ci sanno fare, non sanno tirare fuori il meglio di se, non lo so, addirittura anche la cantante Madonna andava in giro con lo slogan " Italians do it better" !!!

Buona giornata a tutti !

sonia Mario, mi sono addirittura emozionata nel leggere quanto hai scirtto sulla storia dei nostri emigranti. Soprattutto con la tua descrizione mi sono passate davanti agli occhi le scene che spesso i miei genitori mi hanno raccontato, racconti di esperienze personali e che oggi, noi che non sappiamo nemmeno cosa siano i sacrifici veri, non possiamo nemmeno immaginare.
Diamo un'ooportunità a coloro che vengono a montecalvo....sono d'accordo ma esperienze dirette mi insegnano che non sempre è la cosa giusta dare fiducia a questi "sconosciuti" perchè in alcuni casi ti saranno riconoscenti (nella maggior parte dei casi si ricorderanno di te e ti ringrazieranno per l'aiuto che gli hai dato e magari a distanza di anni ti manderanno un bigliettino di auguri per natale ringraziandoti ancora per quello che gli hai dato - come è successo - ), in altri casi invece vogliono solo approfittare della tua bontà e generosità e più gli dai e più ti chiederanno fino a che non sarai costretto a mandarli via anche in malo modo. Per fortuna di questa seconda categoria ce ne sono pochi e per sfortuna un paio sono capitati proprio da queste parti!!!!
Sono sicura che i nostri compaesani si sono comportati sempre bene e hanno sempre rispettato tutti..purtroppo i tempi sono cambiati anche per quanto riguarda il significato di rispetto e onestà.


Modificato da - sonia il 15/06/2006 11:39:20

joe Ho conosciuto un bambino,veniva da un paese molto lontano,i suoi occhi erano di un nero intenso i suoi capelli ricci e la sua pelle scura,parla poco l'italiano.....lo vedevo spesso che chiedeva l'elemosina e io,sempre di fretta,gli passavo accanto come se non esistesse.Un giorno mi sono fermata e mi sono seduta accanto a lui,le ho comprato un gelato e abbiamo cominciato a parlare,con il suo italiano stentato mi ha spiegato di aver viaggiato molto con la sua mamma e il suo papa',durante il viaggio hanno perso di vista il padre non sapendo piu' dove si trovava,sono arrivati in italia con la speranza di trovare un lavoro una casa......ma nulla.Ad un certo punto ha guardato mio figlio le piaceva una macchinina che aveva in mano Nicola!gli e l'ho regalata lui mi ha sorriso e stringeva quella macchinina come se fosse stato oro........aveva 9 anni e non sapeva cosa significa casa,scuola,gioco etc etc ......è da un po' che lo cerco ma non l'ho piu' visto,spero per lui che trovi la fortuna e la serenita' che tanto cercava.Antonella

MC Cara Sonia, fa molto più runore un albero che cade che una foresta che cresce. Certamente non tutti gli immigrati hanno sempe comportamenti cristallini, qualche volta sbagliano e si rendono responsabili di fatti gravissimi e verso di loro non bisogna avere nè riguardi nè atteggiamenti d'indulgenza. Ma sono tutti così? Se gli americani avessero voluto giudicare gli taliani in base alle gesta di Al Capone - nostro corregionale - che cosa ne sarebbe stato degli onesti emigranti nostri? E poi, noi siamo tutti persone oneste? Possiamo tutti ergerci a giudici? Se potessero gli immigrati a Montecalvo parlare in assoluta libertà di cosa gli tocca subire, spessissimo anche da parte di chi li dovrebbe tutelare, ne scopriremmo delle belle! Abbiamo avuto la fortuna di poter contribuire ad assicurare dignità e benessere a qualche fratello più sfortunato. Facciamolo tenedo fisso lo sguardo sugli occhi del bambino che ha avuto la macchinina. Non curiamoci d'altro. Mario CORCETTO

giov
All'epoca Al Capone era un vero "business man" il suo modo di fare faceva comodo a tanti americani oltre all'economia americana!


giov Guarda che Al Capone era comunque un Americano nato e cresciuto in America da genitori Italiani, di italiano in lui c'era ben poco forse solo il nome, non sapeva neanche parlare la lingua italiana, i suoi genitori erano brave persone umili ed onesti, lui cresciuto durante la grande depressione era influenzato dalla mala vita che regnava in America a quei tempi.

Personalmente non condivido nulla fatto dai gansters ma non erano tutti Italiani, c'erano anche quelli Americani, Cinesi, Irlandesi.
Intanto lui è un mito in America, e su di lui esistono migliaia di libri in giro in tutto il mondo, film, e addiritura anche un museo a Chigaco!


Modificato da - giov il 16/06/2006 15:34:59

1953 saluti,

1953

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:58:41

avvbell Il problema della integrazione dei musulmani non può prescindere dalle nuove crociate occidentali nei paesi arabi. E' una spirale di violenza dalla quale non si viene fuori se non interrompendo unilateralmente la faida. Non ha importanza se l'invasione dell'Iraq è avvenuta dopo l'11 settembre o se l'attacco alle torri gemelle è stato conseguenza della politica americana sionista, oggi sarebbe importante fare un passo indietro. E siccome non lo si può chiedere a Bin Laden io mi aspetto che questo gesto di sensata ragionevolezza provenga da noi occidentali. Lasciamo che i loro problemi se li risolvano alla loro maniera, senza ergerci a tutori della quiete mondiale, e non ci sarà motivo per cui dovranno incattivirsi contro la nostra civiltà. Non penso che l'apirazione di questi signori sia quella di farsi saltare per aria quando non ce n'è motivo, piuttosto la loro forma di esagitata esasperazione, nella loro testa e nel loro credo, si alimenta dalla nostra politica. Continuiamo a costruire moschee anche nei nostri paesi e ad accoglierli con immutato spirito cristiano perchè è così che si combatte l'intolleranza e non certo scendendo ai loro stessi livelli. E soprattutto ritiriamo subito le truppe dall'Iraq perchè è stata una guerra ingiusta, bugiarda e sbagliata e dovremmo avere il coraggio di riconoscerlo.
Un abbraccio.

Giuseppe Bellaroba.

Modificato da - avvbell il 09/09/2006 00:53:25

felix ANCH'IO VOGLIO DIRE LA MIA SULL'ARGOMENTO EMIGRAZIONE.
GRAN PARTE DI PERSONE DICE "ANCHE NOI SIAMO STATI EMIGRANTI"
NON C'E DUBBIO MA C'è UNA GRANDISSIMA DIFFERENZA DELLA NOSTRA EMIGRAZIONE
A QUESTA DI OGGI,E SOLA CHI L'HA VISSUTA LO PUò DIRE E NON CHI L'HA SENTITO DIRE
DIRE OPPURE LO LEGGE SUI LIBRI, ALLORA C'ERANO REGOLE FERREE,
SI EMIGRAVA CON TANTO DI PASSAPORTO E CONTRATTO DI LAVORO,
E CHI SBAGLIAVA TORNAVA IN ITALIA E BASTA E NON COME ADESSO
CHE VENGONO IN MASSA SENZA SAPERE CHI SONO E DA DOVE VENGONO.
NON C'è L'Hò CON NESSUNO MA IL TROPPO è TROPPO.
FELIX.

1953
cari saluti a tutti,


1953

Modificato da - 1953 il 12/09/2006 10:39:04

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:59:06

1953 saluti,

1953

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:59:42

avvbell Se la risposta alla tua domanda retorica implica il dovere di aderire almeno moralmente ad una sorta di "guerra santa" in difesa dei valori di solidarietà cristiana e contro l'ottusità di queste civiltà espongo il mio dissenso e mi dissocio. La soluzione che io propongo è invece quella dei "binari paralleli": ognuno vada per la propria strada, ognuno segua il proprio credo e non venga in mente al Papa di parlare di Islam o di menzionare scritture sacre che lo discreditino, come non venga in mente ai musulmani di offendere la figura del Santo padre. Non può e non deve esserci alcun punto di contatto tra le due civiltà e le due culture religiose: solo così le stesse potranno convivere pacificamente. Ritengo che tanto possa avvenire anche se la popolazione italiana è oggi multietnica semplicemente osservando delle banali regole di civile convivenza ed evitando di parlare e di agire a sproposito, senza pesare prima le conseguenze e le possibili interpretazioni che ne possano scaturire. Come ho già avuto modo di esporre in un precedente post, non ritengo che la massima aspirazione per un musulmano sia quella di farsi saltare per aria in occidente. Se io so che ho un amico irascibile e permaloso evito di fare battute sulla moglie o addirittura evito di frequentarlo. Se invece pretendo di poterlo fare impunemente solo perchè la sua irascibilità ed ottusità limita il mio arbitrio rischio di prendermi due schiaffi e se accetto il rischio e me li prendo per davvero sono due volte stupido. Chiara la metafora?
Un abbraccio.

Giuseppe Bellaroba.

1953 con simpatia,
saluti,


1953

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 10:00:19

avvbell Belle parole. Ma non eri tu quello che nel post precedente propugnavi la guerra santa? Ora parli di integrazione, di condivisione e di strade che si uniscono? Rileggi i tuoi due ultimi post e dimmi se non sono in contraddizione tra loro. La verità è che gli islamici vanno rispettati (questo trapela dai miei scritti mentre nei tuoi serpeggia una certa intolleranza) e questo rispetto deve tradursi proprio nel "lasciarli in pace": loro non vogliono "convergenza" o unità di intenti, anelano semplicemente alla purezza del loro credo senza nessuno che si erga a tutore della Verità e Giustizia assolute. Quanto ai kamikaze mi pare che siamo attesati sulla stessa linea quindi non c'è nulla da aggiungere anche perchè devo scappare.
Un abbraccio.

Giuseppe Bellaroba.

1953
saluti,

1953

Modificato da - 1953 il 21/09/2006 12:43:39

Modificato da - 1953 il 17/11/2006 10:01:13

amsorr Cari amici,
a proposito di questo argomento, di cui ho letto tutto, confesso che vi ho cercato invano delle testimonianze, o almeno dei racconti di esperienze vissute, di modo che anche nel Forum affiorassero documenti sui quali riflettere. Mancando documenti storici, sia pure di semplice testimonianza biografica, dell'emigrazione si parla scontatamente in termini soltanto generici e astratti, o, peggio, nei termini che da parecchi anni ormai "pensatori" di giornali sollevano nelle nebbie dello scontro delle civiltà e delle religioni.
Io, più modestamente vorrei proprio che almeno i "nostri" emigrati partiti più di recente - diciamo dagli anni '60 ai '90 - ci dicessero che tipo di impatto sperimentarono, per non dire soffrirono, nei paesi europei d'arrivo, o anche nel Nord Italia. A che cosa potrebbe servire? A trovare casi paralleli nostri da paragonare a quelli che vivono oggi gli extracomunitari che vengono da noi.
Per tentare una ingenua provocazione, voglio qui di seguito tradurre una cosetta da un libro di una ricercatrice americana ( Gladys Nadler Rips, "Coming to America". New York, 1981) riguardante i nostri emigrati che andavano in America all'inizio del '900.
"Per cercare mano d'opera nelle costruzione di un acquedotto di New York, sui giornali e nei cartelli appesi davanti ai cantieri, veniva precisato:
- lavoratori bianchi , da $ 1,30 a $ 1,50
- lavoratori di colore, da $ 1,25 a $ 1,40
- lavoratori italiani, da $ 1,15 a $ 1,25."

I nostri montecalvesi che andavano a fare gli stagionali in Svizzera o gli operai negli altri paesi del Nord Europa non hanno niente da raccontare di simile?
Ciao,
Mario Sorrentino

MC Potrebbe semplicemente dipendere dal fatto che gli emigranti degli anni sessanta non si collegano al forum!
Sono veramente dispiaciuto che il Prof. Sorrentino non abbia letto il mio pezzo, pubblicato sul sito della “Campana”, dedicato ai nostri emigranti: mi sarebbe piaciuto conoscere il suo qualificato parere. Certo non si tratta di un capolavoro letterario né ha la pretesa di assurgere a trattato esaustivo sulla condizione dei nostri concittadini che si sono misurati con un altro mondo. Come ho avuto modo di precisare sono figlio di un emigrato in Svizzera e quello che ho scritto rappresenta il documentato racconto di fatti ed emozioni realmente vissuti.
Lo scritto è volutamente pieno di diverse, chiare denunce che sono veri e propri macigni scaraventati addosso a tanti “uomini piccoli”. Per esse speravo mi giungesse qualche piccata smentita! Ahimè, sto ancora aspettando!
Sono contento, invece, di avere dato voce a tanti umili emigranti e soddisfazione ai loro figli che con calore mi hanno ringraziato durante le mie vacanze a Montecalvo.
Cordialmente, Mario CORCETTO.

Modificato da - MC il 29/09/2006 23:44:34

Modificato da - MC il 29/09/2006 23:45:10

amsorr Caro Corcetto,
mi scuso se sono inervenuto senza prima leggere il tuo pezzo uscito sulla "Campana".
E ancora non l'ho fatto, per dire la verità. Perciò abbiti soltanto le mie scuse per ora, in attesa che possa parlarne con cognizione diretta. Io però volevo riferirmi un po' a tutti i nostri emigrati e figli di emigrati che per avventura si imbattessero in questo sito. Chiedevo loro di darci informazioni documentate sulle loro esperienze, magari senza cercare, se non facendo parlare i fatti, colpe e colpevoli. La verità nuda e cruda è eloquente da sola.
Quanto a me ho avuto esperienze soltanto in Alta Italia e ricordo specialmente un breve periodo in cui dovevo vendere delle enciclopedie scolastiche alle famiglia di nostri conterranei emigrati a Milano. Era l'inizio degli anni '60. Basta quest'accenno per ora. Se vedo che si crea il clima giusto ne parlerò meglio un'altra volta.
Ciao,
Mario Sorrentino

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