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| R I V I S U A L I Z Z A A R G O M E N T O |
| Antonio il montecalvese |
Dopo tanti anni di servizio a Montecalvo, padre Filippo Lucarelli e padre Gregorio hanno lasciato la nostra comunità.
Al loro posto è subentrato l'ex provinciale dei frati Padre Franco Pepe insieme a Padre Lorenzo (non Mastrocinque, che conosciamo già da tempo e che è tuttora vice parroco a Montecalvo oltre che impegnato in Comunità a Paduli).Ai nuovi frati del Convento di S. Antonio va il benvenuto a Montecalvo e un forte augurio di essere veri testimoni di Cristo attraverso il carisma del grande Francesco d'Assisi.
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| sonia |
A me dispiace davvero tanto che sia andato via Padre Filippo perchè credo sia una grande perdita per la comunità francescana a Montecalvo e per i montecalvesi stessi. Ha fatto in modo che si realizzassero tante opere...dalla ristrutturazione del Convento alla creazione del centro giovanile all'interno del "boschetto", l'oasi Maria Immacolata funziona benissimo e ogni anno ospita tantissimi gruppi di giovani che vengono a Montecalvo.
Negli ultimi anni siamo stati molto fortunati ad avere P.Filippo a capo del Convento e Don Teodoro a capo della Chiesa, perchè entrambi hanno dimostrato e stanno dimostrando un grande interesse per la comunità compiendo tante opere di cui noi montecalvesi dobbiamo essere orgogliosi.
Buon lavoro! |
| amsorr |
La mail un po' trascurata di Sonia mi consente di riparare un torto di dimenticanza che una persona molto importante nella storia dell'educazione dei giovani di Montecalvo ha subito ingiustamente.
Volevo ricordare brevemente la figura di padre Agostino da Casalbore.
Fu un grande educatore di giovani le cui famiglie non avevano la possibilità o la voglia di far proseguire gli studi ai propri figli, mandandoli in collegio (La Salle o le Orsoline di Benevento) o nelle scuole delle città allora non facilmente raggiungibili.
Padre Agostino insegnava italiano, latino e, in generale, qualsiasi altra materia anche non umanistica, essendo un professore di greco e latino presso il seminario arcivescovile di Benevento.
Accoglieva noi ragazzi nella sua cella nel pomeriggio ed era tanto bravo che riusciva a farci imparare, per esempio, il latino in modo che lo leggessimo e lo traducessimmo all'impronta direttamente dagli autori classici. Un metodo evidentemente mai adoperato nelle scuole italiane!
Sceglieva gli autori in modo che ricevessimo da quelle opere e dal commento che egli riusciva ad ottenere da noi stessi dei profondi insegnamenti di vita che esulavano dalla stretta formazione scolastica o catechistica.
Subì delle critiche ingiuste non saprei esattamente per quali motivi dai superiori regionali e fu trasferito presso il Generalato dell'ordine a Roma.
Lì andai a trovarlo e scoprii che quel trasferimento si era trasformato in suo pro perché venne addetto quale finissimo latinista ai lavori di una commissione del Concilio Secondo allora in corso. Aveva poca libertà, però; e non credo che egli, amante com'era della libertà personale e della voglia e capacità di stabilire rapporti d'amicizia e di collaborazione con tutti, anche fuori dalle strettoie sacerdotali,alla fine fosse molto contento della vita fratesca.
Dovrebbero ricordalo in paese anche i Bellucci, qualche Capozzi e altri di cui non ricordo più il nome.
Ciao,
Mario Sorrentino |
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