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joe
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Posted - 15/06/2006 : 12:42:07
Ho conosciuto un bambino,veniva da un paese molto lontano,i suoi occhi erano di un nero intenso i suoi capelli ricci e la sua pelle scura,parla poco l'italiano.....lo vedevo spesso che chiedeva l'elemosina e io,sempre di fretta,gli passavo accanto come se non esistesse.Un giorno mi sono fermata e mi sono seduta accanto a lui,le ho comprato un gelato e abbiamo cominciato a parlare,con il suo italiano stentato mi ha spiegato di aver viaggiato molto con la sua mamma e il suo papa',durante il viaggio hanno perso di vista il padre non sapendo piu' dove si trovava,sono arrivati in italia con la speranza di trovare un lavoro una casa......ma nulla.Ad un certo punto ha guardato mio figlio le piaceva una macchinina che aveva in mano Nicola!gli e l'ho regalata lui mi ha sorriso e stringeva quella macchinina come se fosse stato oro........aveva 9 anni e non sapeva cosa significa casa,scuola,gioco etc etc ......è da un po' che lo cerco ma non l'ho piu' visto,spero per lui che trovi la fortuna e la serenita' che tanto cercava.Antonella
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MC
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66 Messaggi post. |
Posted - 15/06/2006 : 15:00:17
Cara Sonia, fa molto più runore un albero che cade che una foresta che cresce. Certamente non tutti gli immigrati hanno sempe comportamenti cristallini, qualche volta sbagliano e si rendono responsabili di fatti gravissimi e verso di loro non bisogna avere nè riguardi nè atteggiamenti d'indulgenza. Ma sono tutti così? Se gli americani avessero voluto giudicare gli taliani in base alle gesta di Al Capone - nostro corregionale - che cosa ne sarebbe stato degli onesti emigranti nostri? E poi, noi siamo tutti persone oneste? Possiamo tutti ergerci a giudici? Se potessero gli immigrati a Montecalvo parlare in assoluta libertà di cosa gli tocca subire, spessissimo anche da parte di chi li dovrebbe tutelare, ne scopriremmo delle belle! Abbiamo avuto la fortuna di poter contribuire ad assicurare dignità e benessere a qualche fratello più sfortunato. Facciamolo tenedo fisso lo sguardo sugli occhi del bambino che ha avuto la macchinina. Non curiamoci d'altro. Mario CORCETTO
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giov
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48 Messaggi post. |
Posted - 15/06/2006 : 15:20:35
All'epoca Al Capone era un vero "business man" il suo modo di fare faceva comodo a tanti americani oltre all'economia americana!
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giov
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48 Messaggi post. |
Posted - 16/06/2006 : 14:32:09
Guarda che Al Capone era comunque un Americano nato e cresciuto in America da genitori Italiani, di italiano in lui c'era ben poco forse solo il nome, non sapeva neanche parlare la lingua italiana, i suoi genitori erano brave persone umili ed onesti, lui cresciuto durante la grande depressione era influenzato dalla mala vita che regnava in America a quei tempi.Personalmente non condivido nulla fatto dai gansters ma non erano tutti Italiani, c'erano anche quelli Americani, Cinesi, Irlandesi. Intanto lui è un mito in America, e su di lui esistono migliaia di libri in giro in tutto il mondo, film, e addiritura anche un museo a Chigaco! Modificato da - giov il 16/06/2006 15:34:59
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1953
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271 Messaggi post. |
Posted - 08/09/2006 : 12:01:27
saluti,1953 Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:58:41 |
avvbell
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213 Messaggi post. |
Posted - 08/09/2006 : 16:09:22
Il problema della integrazione dei musulmani non può prescindere dalle nuove crociate occidentali nei paesi arabi. E' una spirale di violenza dalla quale non si viene fuori se non interrompendo unilateralmente la faida. Non ha importanza se l'invasione dell'Iraq è avvenuta dopo l'11 settembre o se l'attacco alle torri gemelle è stato conseguenza della politica americana sionista, oggi sarebbe importante fare un passo indietro. E siccome non lo si può chiedere a Bin Laden io mi aspetto che questo gesto di sensata ragionevolezza provenga da noi occidentali. Lasciamo che i loro problemi se li risolvano alla loro maniera, senza ergerci a tutori della quiete mondiale, e non ci sarà motivo per cui dovranno incattivirsi contro la nostra civiltà. Non penso che l'apirazione di questi signori sia quella di farsi saltare per aria quando non ce n'è motivo, piuttosto la loro forma di esagitata esasperazione, nella loro testa e nel loro credo, si alimenta dalla nostra politica. Continuiamo a costruire moschee anche nei nostri paesi e ad accoglierli con immutato spirito cristiano perchè è così che si combatte l'intolleranza e non certo scendendo ai loro stessi livelli. E soprattutto ritiriamo subito le truppe dall'Iraq perchè è stata una guerra ingiusta, bugiarda e sbagliata e dovremmo avere il coraggio di riconoscerlo. Un abbraccio.Giuseppe Bellaroba. Modificato da - avvbell il 09/09/2006 00:53:25 |
felix
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16 Messaggi post. |
Posted - 09/09/2006 : 16:21:04
ANCH'IO VOGLIO DIRE LA MIA SULL'ARGOMENTO EMIGRAZIONE. GRAN PARTE DI PERSONE DICE "ANCHE NOI SIAMO STATI EMIGRANTI" NON C'E DUBBIO MA C'è UNA GRANDISSIMA DIFFERENZA DELLA NOSTRA EMIGRAZIONE A QUESTA DI OGGI,E SOLA CHI L'HA VISSUTA LO PUò DIRE E NON CHI L'HA SENTITO DIRE DIRE OPPURE LO LEGGE SUI LIBRI, ALLORA C'ERANO REGOLE FERREE, SI EMIGRAVA CON TANTO DI PASSAPORTO E CONTRATTO DI LAVORO, E CHI SBAGLIAVA TORNAVA IN ITALIA E BASTA E NON COME ADESSO CHE VENGONO IN MASSA SENZA SAPERE CHI SONO E DA DOVE VENGONO. NON C'è L'Hò CON NESSUNO MA IL TROPPO è TROPPO. FELIX.
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1953
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271 Messaggi post. |
Posted - 12/09/2006 : 09:28:06
cari saluti a tutti, 1953
Modificato da - 1953 il 12/09/2006 10:39:04 Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:59:06 |
1953
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271 Messaggi post. |
Posted - 19/09/2006 : 09:53:24
saluti,1953 Modificato da - 1953 il 17/11/2006 09:59:42 |
avvbell
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213 Messaggi post. |
Posted - 20/09/2006 : 02:02:33
Se la risposta alla tua domanda retorica implica il dovere di aderire almeno moralmente ad una sorta di "guerra santa" in difesa dei valori di solidarietà cristiana e contro l'ottusità di queste civiltà espongo il mio dissenso e mi dissocio. La soluzione che io propongo è invece quella dei "binari paralleli": ognuno vada per la propria strada, ognuno segua il proprio credo e non venga in mente al Papa di parlare di Islam o di menzionare scritture sacre che lo discreditino, come non venga in mente ai musulmani di offendere la figura del Santo padre. Non può e non deve esserci alcun punto di contatto tra le due civiltà e le due culture religiose: solo così le stesse potranno convivere pacificamente. Ritengo che tanto possa avvenire anche se la popolazione italiana è oggi multietnica semplicemente osservando delle banali regole di civile convivenza ed evitando di parlare e di agire a sproposito, senza pesare prima le conseguenze e le possibili interpretazioni che ne possano scaturire. Come ho già avuto modo di esporre in un precedente post, non ritengo che la massima aspirazione per un musulmano sia quella di farsi saltare per aria in occidente. Se io so che ho un amico irascibile e permaloso evito di fare battute sulla moglie o addirittura evito di frequentarlo. Se invece pretendo di poterlo fare impunemente solo perchè la sua irascibilità ed ottusità limita il mio arbitrio rischio di prendermi due schiaffi e se accetto il rischio e me li prendo per davvero sono due volte stupido. Chiara la metafora? Un abbraccio.Giuseppe Bellaroba. |
1953
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Posted - 20/09/2006 : 10:18:19
con simpatia, saluti, 1953
Modificato da - 1953 il 17/11/2006 10:00:19 |
avvbell
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213 Messaggi post. |
Posted - 20/09/2006 : 14:53:33
Belle parole. Ma non eri tu quello che nel post precedente propugnavi la guerra santa? Ora parli di integrazione, di condivisione e di strade che si uniscono? Rileggi i tuoi due ultimi post e dimmi se non sono in contraddizione tra loro. La verità è che gli islamici vanno rispettati (questo trapela dai miei scritti mentre nei tuoi serpeggia una certa intolleranza) e questo rispetto deve tradursi proprio nel "lasciarli in pace": loro non vogliono "convergenza" o unità di intenti, anelano semplicemente alla purezza del loro credo senza nessuno che si erga a tutore della Verità e Giustizia assolute. Quanto ai kamikaze mi pare che siamo attesati sulla stessa linea quindi non c'è nulla da aggiungere anche perchè devo scappare. Un abbraccio.Giuseppe Bellaroba. |
1953
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271 Messaggi post. |
Posted - 21/09/2006 : 11:11:56
saluti,1953 Modificato da - 1953 il 21/09/2006 12:43:39 Modificato da - 1953 il 17/11/2006 10:01:13 |
amsorr
Moderatore
154 Messaggi post. |
Posted - 28/09/2006 : 12:02:19
Cari amici, a proposito di questo argomento, di cui ho letto tutto, confesso che vi ho cercato invano delle testimonianze, o almeno dei racconti di esperienze vissute, di modo che anche nel Forum affiorassero documenti sui quali riflettere. Mancando documenti storici, sia pure di semplice testimonianza biografica, dell'emigrazione si parla scontatamente in termini soltanto generici e astratti, o, peggio, nei termini che da parecchi anni ormai "pensatori" di giornali sollevano nelle nebbie dello scontro delle civiltà e delle religioni. Io, più modestamente vorrei proprio che almeno i "nostri" emigrati partiti più di recente - diciamo dagli anni '60 ai '90 - ci dicessero che tipo di impatto sperimentarono, per non dire soffrirono, nei paesi europei d'arrivo, o anche nel Nord Italia. A che cosa potrebbe servire? A trovare casi paralleli nostri da paragonare a quelli che vivono oggi gli extracomunitari che vengono da noi. Per tentare una ingenua provocazione, voglio qui di seguito tradurre una cosetta da un libro di una ricercatrice americana ( Gladys Nadler Rips, "Coming to America". New York, 1981) riguardante i nostri emigrati che andavano in America all'inizio del '900. "Per cercare mano d'opera nelle costruzione di un acquedotto di New York, sui giornali e nei cartelli appesi davanti ai cantieri, veniva precisato: - lavoratori bianchi , da $ 1,30 a $ 1,50 - lavoratori di colore, da $ 1,25 a $ 1,40 - lavoratori italiani, da $ 1,15 a $ 1,25." I nostri montecalvesi che andavano a fare gli stagionali in Svizzera o gli operai negli altri paesi del Nord Europa non hanno niente da raccontare di simile? Ciao, Mario Sorrentino
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MC
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Posted - 29/09/2006 : 22:59:41
Potrebbe semplicemente dipendere dal fatto che gli emigranti degli anni sessanta non si collegano al forum! Sono veramente dispiaciuto che il Prof. Sorrentino non abbia letto il mio pezzo, pubblicato sul sito della “Campana”, dedicato ai nostri emigranti: mi sarebbe piaciuto conoscere il suo qualificato parere. Certo non si tratta di un capolavoro letterario né ha la pretesa di assurgere a trattato esaustivo sulla condizione dei nostri concittadini che si sono misurati con un altro mondo. Come ho avuto modo di precisare sono figlio di un emigrato in Svizzera e quello che ho scritto rappresenta il documentato racconto di fatti ed emozioni realmente vissuti. Lo scritto è volutamente pieno di diverse, chiare denunce che sono veri e propri macigni scaraventati addosso a tanti “uomini piccoli”. Per esse speravo mi giungesse qualche piccata smentita! Ahimè, sto ancora aspettando! Sono contento, invece, di avere dato voce a tanti umili emigranti e soddisfazione ai loro figli che con calore mi hanno ringraziato durante le mie vacanze a Montecalvo. Cordialmente, Mario CORCETTO.Modificato da - MC il 29/09/2006 23:44:34 Modificato da - MC il 29/09/2006 23:45:10 |