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amsorr
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Posted - 05/10/2006 : 12:15:40
Cari Maria, Sonia, Antonio, avv. Bellaroba, Diego, Francesco Cardinale, Alfonso Caccese e altri, ho appena letto su "Cultura e tradizioni" di questo stesso sito l'avviso che l'assessore Serafico indirizza ai proprietari di vigneti di Montecalvo, mettendoli in guardia dal cedere parte o tutti dei loro vigneti, perché alcune parti di contrade montecalvesi sono state riconosciute come aventi vitigni e uve che potrebbero produrre vini D.O.C. del tipo, non so, del Fiano, Aglianico, Greco, ecc. Ora, se ricordate bene una famosa e lunghissima disputa sulle potenzialità economiche che sarebbe stato possibile rinvenire e sfruttare a Montecalvo, in essa io sostenevo che per il vino irpino stava accadendo che tutt'intorno all'isola arretrata del nostro paese i produttori di vino erano decollati alla grande e che prima o poi, quindi, essi si sarebbero accorti che vi erano ancora terreni e vigneti da sfruttare per assecondare l'accresciuta domanda soprattuto negli Stati Uniti (esisteva il precedente storico delle ciliege e delle mandorle vendute a Cirio e ad altri prodottori nazionali per quattro spiccioli). Io dicevo:"Fate dei consorzi o cooperative di produttori con partecipazioni societarie paritarie. Non occorrono molti capitali iniziali e ora sono disponibili finanziamenti agevolati per questo genere di iniziative economiche, specialmente al Sud. Finanziamenti statali, regionali e dell'UE quasi a fondo perduto. Se gli enti pubblici non si danno da fare, martellati e metteteli alla gogna. Ma mi si rispondeva che a Montecalvo se ne erano sempre fatte di Cooperative, ma tutte o fallite o in mano a furbi. Non erano state però, ribattevo, mai cooperative estese a "tutti" i produttori di un solo genere produttivo e con partecipazioni paritarie. Ero stato un buon profeta a prevedere che l'interesse per i nostri vini si sarebbe svegliato ma che temevo che non si sarebbe fatto niente e altri avrebbero allungato gli occhi e le mani sui vigneti montecalvesi. Sono contento di aver fatto questa previsione? Evidentemente no, visto come sta andando a finire . Si può ancora fare qualcosa? Entrate anche voi in dibattito perché penso che l'occasione sia arrivata per darsi una mossa in questo campo. E non poi parlo dell'olio di qualità che ora serve soltanto egoisticamente per le tavole private, senza che si pensi minimamente alle prospettive dei giovani di Montecalvo che, del resto, non progettano da quello che ne so di diventare enologi, veterinari, dottori in agraria, o che so io. Ciao, Mario SorrentinoModificato da - amsorr il 05/10/2006 12:17:57 |
Francesco
Moderatore
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Posted - 06/10/2006 : 11:27:44
E’ fin troppo evidente che se Montecalvo vuol puntare su un reale sviluppo economico non può trascurare l’agricoltura . D'altronde ,se parliamo di piccola imprenditoria, non possiamo mirare tutti sulla apertura di piccole( a parer mio insignificanti negozi, con i centri commerciali ad un quarto d’ora d’auto) botteghe in centro o su attività ricettive che vanno ad accrescere piu’ del dovuto il fabbisogno della nostra piccola comunità. Il resto, di quanto sopra detto, sono piccole e medie imprese dedite all’artigianato.. Nonostante gli incentivi della comunità europea, volti a favorire piantagioni , cereali, allevamenti di bestiame, molti terreni rimangono tutt’ora incolti.Contravvenendo ad una cultura (tipicamente locale) millenaria si è preferito abbandonare l’attività agricola. Le cause , a mio dire, sono da ricercare nella sfiducia che gli attuali possessori di terreni hanno verso un non adeguato supporto da parte dei quei mezzi preposti al raccoglimento del prodotto una volta portato a compimento.. In tutto questo non bisogna dimenticare come le nostre zone sono rimaste indietro dal punto di vista tecnologico. Le istituzione preposte non hanno fatto molto per invertire questa tendenza. Infatti molti contadini ancora non sanno che ci sono incentivi per certe coltivazioni. Saluti - Francesco
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maria
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59 Messaggi post. |
Posted - 06/10/2006 : 12:31:10
Montecalvo è in attesa di un decollo economico da ormai troppo tempo......si è parlato e parlato da troppo tempo di collegare il proprio futuro alle attività produttive. C’è il capitale umano, con grande versatilità e ingegno. Ci sono i finanziamenti incentivanti. Tutte queste potenzialità, però, sono sovrastate da un sistema di potere che condiziona e frena l’iniziativa degli investitori. I tentativi di rimettere in moto la macchina non mancano come sta facendo da un po di tempo da queste parti l'Assessore Serafino, che a mio avviso forse è l'unico fin'ora della attuale Amministrazione che si impegna a contribuire alla crescita delle attività locali ma che forse purtroppo non è appoggiato piu di tanto (forse tutto viene bloccato volutamente???). A Montecalvo la politica è troppo lenta, spesso tra di loro si perdono in un bicchiere d'acqua e così le opportunità del nostro paese vanno a pesca! Non aiutano piu di tanto se non c'è un interesse o un ritorno personale nelle cose che svolge.Scusate per la mia franchezza e schiettezza in questione ma non mi piaciono le lunghe discussioni ne mi piace girare troppo intorno alle cose, forse qualcuno si offendera'ma io la penso cosi. Ciao a tutti un caloroso saluto. Maria
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joe
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316 Messaggi post. |
Posted - 06/10/2006 : 14:36:51
secondo me bisogna tenere conto di una cosa fondamentale..........in questi paesi sono rimaste molte persone attaccate a quei piccoli negozi......che secondo me sono molto piu' comodi per loro che hanno difficolta' a muoversi(datosi la presenza superiore di anziani),il problema fondamentale,secondo un mio piccolo parere,è il PREZZO delle cose.........parliamoci con il cuore in mano è diventato impossibile comprare qualsiasi cosa,dal genere alimentare ad altro. Inoltre per quanto riguarda vino etc etc parlandoci proprio con la max schiettezza,queste cose(parlo per me)vengone seguite da persone che magari fanno fatica ad entrare nell'ottica del"grande"quindi pensano alle vendite private o ad aiutare i figli......non so,spero di essermi spiegata e sopratutto non aver offeso nessuno.Salutoni AntonellaModificato da - joe il 06/10/2006 14:37:34 |
amsorr
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154 Messaggi post. |
Posted - 10/10/2006 : 12:02:23
Vedo che questo importante argomento non suscita molti commenti. Va be', prima di mollare anch'io, mi rivolgo all'assessore Serafino: Perché non porta con un pulman alcuni produttori meno accidiosi degli altri a Taurasi, a Paternopoli e in qualche altro paese irpino dove sono ormai parecchi anni che si danno da fare con il vino DOC? E lì farli parlare, non dico con gli amministratori pubblici, ma, che so?, con i contadini, i produttori, i commercianti di vino di quelle parti? A me basta fare un giro tutte le settimane nei supermeracti di Bologna per seguire l'ascesa i prezzi più che remunerativi del Fiano, del Greco, dell'Aglianico per sognare un qualche risveglio dei nostri contadini. Certo che bisogna impiantare in modo nuovo i vigneti, certo che bisogna incaricare degli enologi (basterebbe prenderli in prestito da Taurasi o da Paternopoli), ma se si associano tutti i produttori in modo paritario e si utilizzano i fondi disponibili, tempo cinque, sei anni e si protrebbe avere dei riscontri di reddito sulla scia di coloro che già navigano alla grande. Effetto trascinamento sarebbe e senza neanche tanto merito degli ultimi arrivati. Sennò vendete le uve o, peggio, i vigneti, e buonanotte. Io non spendo molto in vino, però ogni tanto mi sacrifico a comprare una "Coda di Volpe" e faccio una bella figura con gli amici di qui. Ciao, Mario Sorrentino
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paolop
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193 Messaggi post. |
Posted - 10/10/2006 : 13:06:04
A me risulta che Il greco di tufo è uno dei migliori vini italiani: pensate che in alcuni grand hotel di roma lo tengono come una delle prime scelte e costa una fortuna.... Questi sono dei vini che ci invidia tutto il mondo.... www.belpaesemio.com
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